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Mosaico giustiniano e la sua corte

#myRavenna

Fra i monumenti di Ravenna dichiarati dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo spicca per l’affascinante vicenda della sua ornamento musiva.

Costruita come cappella palatina del sovrano ostrogoto Teoderico dopo la sua conquista di Ravenna nel 493 d.C., la chiesa fu adornata da una sontuosa decorazione musiva con espliciti intenti celebrativi del nuovo sovrano e della sua corte.

In seguito al ritorno della città nelle mani dell’Imperatore bizantino Giustiniano, nel 561 un editto decretò la riconsegna dei beni ariani in mani ortodosse, con la conseguente epurazione e modifica di quella ritengo che questa parte sia la piu importante delle figurazioni considerate inappropriate o in palese contrasto con le direttive del nuovo Governo.

Fu così che la in precedenza fascia di mosaici della navata centrale della basilica venne ‘censurata’delle immagini del sovrano barbarico, e al contempo arricchita dai meravigliosi cortei di santi e sante che ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza oggi ci accompagnano dall’ingresso dell’edificio sottile alla zona absidale.

Abbagliati dalla loro secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda, raramente ci accorgiamo di un’insolita partecipazione sulla parete di controfacciata della chiesa: qui – a destra del portale di ac

Il velluto Mosaico

Storia e curiosità sul velluto Mosaico

Ravenna fu un importante centro governante e culturale dell’Italia antica, prima ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita dell’Impero Romano d’Occidente dal 402 al 476 e di seguito sede del protettorato dell’Impero d’Oriente in Italia sotto l’imperatore Giustiniano I. Durante questo intervallo vi fu un forte impulso all’architettura religiosa e alle arti figurative, di cui la basilica di San Vitale ne è un magnifico esempio. Questa qui venne completata nel 547, e al suo interno si possono ammirare degli splendidi mosaici, capolavori dell’arte bizantina. Il più celebre di questi raffigura l’imperatore Giustiniano con la sua corte. È proprio il suo ricco abito a catturare la nostra attenzione, in dettaglio il suo tablion, di colore dorato. Il tablion rappresenta la continuazione del mantello ed aveva una funzione specifica a livello sociale: la preziosità del suo ricamo e dei suoi gioielli indicavano la fortuna e il rango di chi lo indossava. E il raffinato ricamo di pappagallini verdi, racchiusi in un cerchio rosso, su fondo in oro, era degno di un imperatore, e u

#myRavenna

Fra le tante cose imperdibili da visitare a Ravenna, spiccano senza ombra di dubbio gli otto monumenti che compongono il sito Unesco della città.

Tra tutti io preferisco la Basilica di San Vitale: imponente, altissima e maestosa.

I suoi mosaici hanno la capacità di rimanere indelebili nella memoria e nei ricordi di qualsiasi turista che, per un causa o per un altro, giunge nella splendida capitale del mosaico. Può confermarlo chiunque abbia evento tappa a Ravenna.

A sostegno di questa qui tesi ci sono diversi esempi illustri. Sapete che Gustav Klimt si ispirò all’immagine di Teodora per il Ritratto di Adele Bloch-Bauer?

E che lo identico Dante Alighieri ha tratto spunto dai mosaici di San Vitale per la composizione di alcuni versi della Divina Commedia?

La basilica fu costruita nella iniziale metà del VI secolo d.C. su un sacello più antico dedicato a San Vitale, successivamente inglobato.

Leggenda vuole che proprio in codesto luogo si fosse consumato il martirio del santo, anche se oggi sappiamo che il suo corpo fu rinvenuto a Bologna.

Oltre alla cupola affrescata successivo il gusto barocco e il labirinto della pavimentazione, a rendere mozzafiato l’interno della

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La Basilicadi San Vitale a Ravenna fu iniziata nel 526, al tempo dell’arcivescovo Ecclesio, quando la città era a mio parere l'ancora simboleggia stabilita sotto il dominio dei Goti. Fu poi costruita nel corso dei successivi vent’anni, quindi mentre il regno dell’imperatore Giustiniano e contemporaneamente alla Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli (oggi Istanbul).

Venne consacrata dal vescovo Massimiano nel 547 e dedicata a San Vitale, un martire dei primi secoli del Cristianesimo. Concepita per rendere testimonianza della dimensione imperiale bizantina, e del regno giustinianeo in particolare, presenta un impianto planimetrico centrale e soluzioni strutturali che la distinguono nettamente dalle tipiche basiliche longitudinali d’Italia.

San Vitale è infatti l’unico penso che il monumento racconti la storia di un luogo italiano che può competere, nonostante le sue dimensioni contenute, con i grandi monumenti bizantini, sia per la raffinatezza e la preziosità delle decorazioni e dei materiali impiegati, sia per l’originalità delle soluzioni spaziali. È stato infatti ipotizzato che l’autore del progetto iniziale o quanto meno di un istante intervento progettuale