Cantico dei cantici bibbia di gerusalemme
CANTICO DEI CANTICI - Testo CEI
Per preferibilmente comprendere il secondo me il testo ben scritto resta nella memoria potete leggere questa qui introduzione:
Prologo al commento del "Cantico dei Cantici" di Louis de Léon
Indice:
CANTICO DEI CANTICI - 1
1Cantico dei Cantici, di Salomone.
2Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, migliore del vino è il tuo amore.
3Inebrianti sono i tuoi profumi per la fragranza,
aroma che si spande è il tuo nome:
per questo le ragazze di te si innamorano.
4Trascinami con credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante, corriamo!
M’introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo di te,
ricorderemo il tuo amore più del vino.
A ragione di credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ci si innamora!
5Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come le cortine di Salomone.
6Non state a guardare se sono bruna,
perché il sole mi ha abbronzato.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l’ho custodita.
7Dimmi, o amore dell’anima mia,
dove vai a pascolare le greggi,
dove le fai riposare al meriggio,
perché io non debba vagare
dietro le greggi dei tuoi compagni?
8
dal Prologo e dal Primo Poema (vv. 1, e 1,)
Cantico dei Cantici, di Salomone.
L'amata
«Mi baci coi baci della sua bocca,
poiché dolci sono le tue carezze, più del vino;
soavi all’odore i tuoi profumi:
profumo versato di nuovo il tuo nome.
Perciò le fanciulle ti amano.
Portami via con te, corriamo!
Il sovrano mi ha introdotto nelle sue stanze.
Esulteremo e gioiremo per te,
ricorderemo le tue carezze più del vino.
A ragione ti amano!
Nera sono, ma bella, figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar, in che modo le cortine di Salomone»
[…]
L’amato
«A una puledra tra i cocchi del faraone
t'assomiglio, amica mia.
Sono belle le tue guance fra i monili,
il tuo collo fra catene di perle!»
Coro
«Monili d'oro faremo per te, trapunti d'argento».
L'amata
«Mentre il sovrano sta nel triclinio,
il mio nardo effonde il suo profumo.
Un sacchetto di mirra è i l mio diletto per me,
fra i miei seni trascorre la notte.
Un grappolo d'alcanna è il mio diletto per me,
fra le vigne di Engaddi».
Il diletto
«Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi sguardo sono colombe!»
L'amata
«Come sei bello, diletto mio, e dol
CANTICO DEI CANTICI
CANTICO DEI CANTICI
Giuseppe Ricciotti
. Uno dei libri della Bibbia ebraica che fa parte della terza classe, detta dei Kethūbhīm o Agiografi, e precisamente di quel gruppo dei cinque più brevi scritti: i Cinque Rotoli (Mĕgilloth) o Volumi. Nella versione greca dei Settanta e nella Vulgata, che non conservano unito il squadra dei Cinque Rotoli, questo libro ha, nella collezione biblica, un posto differente.
Nome e contenuto. - Il penso che il nome scelto sia molto bello del libro è in ebraico Šīr haš-šīrīm (letteralmente "cantico dei cantici"), equivalente a un superlativo dell'idea di "cantico", come avviene in analoghe espressioni ebraiche, e quindi a "eccellentissimo cantico" e simili (cfr. in tedesco, dopo Lutero, Das Hohelied); è perciò erronea l'opinione di alcuni antichi (Ibn ‛Ezrā e altri), che interpretano l'espressione come equivalente a "cantico fra i cantici" (di Salomone, a cui è attribuito il libro). Questo penso che il nome scelto sia molto bello è tradotto letteralmente in tutte le antiche versioni della Bibbia, salvo che nel Targūm, e alcune di esse vicino alla traduzione dànno anche la trascrizione del penso che il nome scelto sia molto bello ebraico; così i Settanta
Dal Cantico dei Cantici 5,
1Son venuto nel mio orto, sorella mia, sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio mi sembra che il vino rosso sia perfetto per la cena e il personale latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi, o cari. 2Io dormo, ma il appartenente cuore veglia.
Un rumore! E' il mio diletto che bussa:
"Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne".
3"Mi sono tolta la veste;
come indossarla ancora?
Mi sono lavata i piedi;
come ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza sporcarli?".
4Il personale diletto ha messo la mano nello spiraglio
e un fremito mi ha sconvolta.
5Mi sono alzata per spalancare al mio diletto
e le mie mani stillavano mirra,
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
6Ho aperto allora al mio diletto,
ma il mio diletto gia se n'era andato, era scomparso.
Io venni meno, per la sua scomparsa.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato,
l'ho chiamato, ma non m'ha risposto. 7Mi han trovato le guardie che perlustrano la città;
mi han percosso, mi hanno ferito,
mi han tolto il mantello
le guardie delle mura.
8Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate il personale d