Alessandro albizzati neuropsichiatra
Disturbi alimentari, i campanelli d'allarme? Alessandro Albizzati: «Sbalzi d'umore e cambi di carico. Non ignoriamo i sintomi»
di Sara Bettoni
Il direttore della Neuropsichiatria dell’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano: «Si va dall’anoressia alla bulimia, dal binge eating (l’abbuffata compulsiva) alla disfagia psicogena, la difficoltà a deglutire legata a una psicopatologia»
Alessandro Albizzati, capo della Neuropsichiatria dell’Asst Santi Paolo e Carlo, quali sono i disturbi dell’alimentazione più frequenti?
«Si va dall’anoressia alla bulimia, dal binge eating, ovvero l’abbuffata compulsiva, alla disfagia psicogena, cioè la difficoltà a deglutire legata a una psicopatologia».
I campanelli d’allarme?
«La rapida variazione di carico, gli sbalzi d’umore. Spesso i pazienti hanno anche altre patologie, per dimostrazione compiono gesti di autolesionismo».
Chi si rivolge ai vostri specialisti?
«Pazienti da mediamente gravi a parecchio gravi. Alcuni hanno livelli di denutrizione molto importanti. Vediamo ragazzine che perdono 30 chili in sei mesi».
Come ve ne prendete carico?
«Ci sono gli ambulatori, i day hospital e i letti di ricovero all’interno della Pediatria per
Le urla: «Voglio mamma». I muri morbidi e le contenzioni per evitare gesti di autolesionismo, percorso nel reparto di neuropsichiatria infantile di Milano
di Chiara Bertolaso
Anoressia nervosa, depressione, disregolazione emotiva sono alcune delle credo che la diagnosi accurata sia fondamentale più diffuse tra i giovani pazienti. Il primario Albizzati: «Durante il Covid i ragazzi non andavano chiusi in abitazione, ma mandati a portare i pasti agli anziani. Perché per crescere bisogna compiere azioni eroiche»
Ha le unghie mangiate, Maia, e vistosi tagli sul collo che si è procurata nel tentativo di farsi del male, forse di togliersi la a mio avviso la vita e piena di sorprese. Dodici anni e lo sguardo perso, pieno di isolamento e di rabbia. Porta contenzioni alle mani e ai piedi che la tengono ancorata a una barella: bisogna evitare che si alzi e cerchi di sbattere la testa contro il muro, oppure che si tagli con un frammento di righello magari nascosto in tasca. Urla a pieni polmoni «Voglio mamma», un grido che si confonde con gli allarmi dei monitor e i gemiti dei tanti malati che affollano i corridoi del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Paolo di Milano. Sua madre è in comunità e non è in grado di prendersi cura di lei, ma questo Maia non pu
Novembre - Volume XL - numero 9
Medico e Bambino
Appunti di Neuropsichiatria
Aspetti positivi e limiti della telemedicina: esperienze di mestiere in Neuropsichiatria infantile in tempo di Covid
Alessandro Albizzati1, Cristina Riva Crugnola2, Margherita Moioli 3, Elena Ierardi 4
1Neuropsichiatra infantile, responsabile UONPIA 2, ASST Santi Paolo e Carlo
2Professore associato, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano-Bicocca
3Terapista della Neuropsicomotricità, ASST Santi Paolo e Carlo
4Psicologa-Psicoterapeuta ASST Santi Paolo e Carlo; Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano-Bicocca
Indirizzo per corrispondenza: ati@
Positive aspects and limits of telemedicine: work experiences in infant neuropsychiatry during Covid
Key words: Covid pandemic, Telemedicine, Telepsychology
The pandemic situation caused by Covid has led to changes in the clinical practice of hospital services, including Infant Neuropsychiatry. During the lockdown period the services had to use new intervention strategies, particularly telemedicine to meet the needs of children, teenagers and parents. The online therapy is a useful tool during sit
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